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Descrizione

Situata nella regione pianeggiante della Pietra, rasente il tracciato della S.S. 457, la si trova menzionata già in fonti documentarie del XIII secolo con il nome di fon de Punlenta (o Pullenta). Siffatta denominazione è dovuta al forte e invero poco gradevole odore di uova marce dell’acqua (punlenta è forma contratta e dialettale per purulenta = marcia, puzzolente), che contiene alte percentuali di acido solforoso, azoto, carbonato di calcio e magnesio e molte altre sostanze. L’acqua sulfurea è stata usata sin da epoca antica per curare numerose malattie del fegato e della pelle, ma soltanto negli anni sessanta del secolo scorso è stata compiutamente analizzata nella composizione chimica e nelle proprietà terapeutiche. Il Comune di Calliano nel 1915 vendette i terreni circostanti la fonte ai privati a condizione che venisse realizzato un impianto termale in grado di sfruttare pienamente la preziosa acqua; in effetti un progetto, per la verità assai grandioso, venne presentato ma per vari motivi non se ne fece nulla. In epoca fascista la Pirenta, dotata di un minimo di strutture recettive (una vasca, uno spogliatoio e una locanda), venne utilizzata come “colonia idro-elioterapica”. Seguirono decenni di abbandono che portarono la fonte ad una condizione di forte degrado, senza per altro che le proprietà dell’acqua venissero mai dimenticate. Oggi la fonte della Pirenta, recentemente ripulita e ristrutturata, è visitata da centinaia e centinaia di persone che, a dispetto dei miasmi sulfurei, non rinunciano a fare provvista di quest’acqua benefica che meriterebbe senz’altro un impiego assai più diffuso.

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Fonte della Pirenta



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