Accesso ai servizi

Calliano e l'asino

Calliano e l'asino


Calliano e l’asino: un rapporto consolidato dal tempo che forse indurrà al sorriso coloro che troppo facilmente indulgono ai luoghi comuni non propriamente benigni nei confronti di questo animale umile e generoso.
Più intelligente del bue, più resistente e docile del cavallo, l’asino nelle nostre terre, a differenza di altre regioni d’Italia non è mai stato troppo diffuso.
Ma a Calliano il mite quadrupede ha potuto contare sempre su una certa popolarità, in primo luogo per le sue qualità culinarie.
Ma perché la carne d’asino ha trovato proprio qui cultori tanto entusiasti?
Gli anziani del luogo narrano che alla fine dell’800 il callianese Cesare De Maria (detto “’l Cegi ‘d Marulin”) ed il granese Giuseppe Galliano (detto “’l Pin dla Cavalina”) si trovassero in Toscana, precisamente nella zona del monte Amiata, per acquistare asini destinati ad alcuni allevatori di St. Jean de Maurienne in Savoia.
Durante il soggiorno toscano ebbero la possibilità di assaggiare la carne d’asino e, colpiti dalla bontà di quel piatto, la “esportarono” nella nostra zona.
La carne d’asino all’epoca era la meno costosa tra le carni “povere” (dette in callianese zòca).
Iniziò così la tradizione degli agnolotti e dello stufato d’asino, piatti prelibati destinati allora ad allettare anche le mense meno ricche e, oggi, capaci di soddisfare tutti i palati, senza distinzione di età, censo o ideologia, come ben dimostrano le superaffollate sagre organizzate dalla locale Pro loco.
Però l’epopea dell’asino callianese non si consuma soltanto in cucina.
Gli asini più forti e veloci sono destinati a campare a lungo e a vivere un’esistenza da corridori, cimentandosi nella gara del Pa(g)lio, una tenzone vera ed appassionante dove l’uomo - il palafreniere - ha un ruolo del tutto secondario: a correre, lottare, suscitare entusiasmo o delusione è solo lui, l’asino.
Chi vince è destinato a rappresentare il paese nelle gare con i campioni di altri comuni che, al pari del nostro, preferiscono le rudi ma poderose sgroppate dei nostri asinelli alle maestose - ma decisamente troppo leziose per noi “paesani”- galoppate dei cavalli.
Amico asino, grazie delle tue tante virtù e dei tuoi pochi difetti: il nostro connubio durerà ancora a lungo, a dispetto dei luoghi comuni di chi non ti conosce.